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LESSINIA, UNA STORIA INCREDIBILE.

Lessinia è ben più di un altipiano, una terra di mezzo tra le alte cime delle Alpi e la pianura padana.

Lei, bella e misteriosa. Dai lineamenti apparentemente poco definiti; troppo rudi per essere considerata collina, ma allo stesso tempo eccessivamente aggraziati per essere considerata “alta montagna”.

Lessinia, chiamata e osannata, imprecata, citata di bocca in bocca da un millennio ormai. Da quando venne abitata, sfruttata, amata e contesa da caparbi montanari; uomini liberi questi, che qua decisero di insediarsi contro ogni evidenza su quelle alture, patria fino ad allora solo di boschi ed animali feroci.

Uomini e donne i lessici, che hanno saputo nei secoli strappare dei fazzoletti di terra alla natura più selvaggia e dar vita a contrade abitate, generazione dopo generazione, fino a plasmarle rendendole vere e proprie micro-Nazioni.

A segnarne l’inizio nessuna dogana, ma un capitello, una croce, un riparo sotto cui sostare. Composte da case dalle piccole finestre che portano sulle facciate i segni di una devozione mai realmente sopita.

E i pascoli lassù in alto, dove gli alberi cedono il passo ai verdi prati dove si possono udire ancora oggi gli echi di quanti hanno sacrificato un’intera vita su di essi.

Come non udire i fischi dei pastori, nei cui “baiti” cercavano riparo.

O i segreti del casaro tramandati da padre a figlio.

Impossibile non percepire la fatica che trasudano le “giassare” e le carbonaie, costruite con il sudore del lavoro e la gioia della vita.

O i silenzi dei contrabbandieri che sfidavano i finanzieri e il destino, nelle notti più buie e fredde aggrappati come camosci sugli strapiombi della Val d’Adige.

Lessinia, un territorio disseminato di pietre e “laste” che la trafiggono come fendenti conficcati nella terra, da uomini per segnare il passo, indicare un sentiero o il confine di ciò che consideravano casa.

Lei tra le cui braccia ha ospitato lupi, orsi e tra i più incredibili esseri del creato. Come quelli che riemergono dalle rocce, addormentati a ricordarci di come Lessinia sia stata anche la culla del mare.

Una terra dove orchi, anguane e basilischi vivevano indisturbati, sfruttando le centinaia di “covoli” di cui è disseminata. Creature magiche queste, che si manifestano ancora oggi a chi ha la voglia di cercarle, come i ricordi che riemergono di un indelebile passato.

Lessinia è tutto questo e molto di più. Non amarla è veramente impossibile.

LESSINIA, UNA STORIA INCREDIBILE.

Lessinia è ben più di un altipiano, una terra di mezzo tra le alte cime delle Alpi e la pianura padana.

Lei, bella e misteriosa. Dai lineamenti apparentemente poco definiti; troppo rudi per essere considerata collina, ma allo stesso tempo eccessivamente aggraziati per essere considerata “alta montagna”. 

Lessinia, chiamata e osannata, imprecata, citata di bocca in bocca da un millennio ormai. Da quando venne abitata, sfruttata, amata e contesa da caparbi montanari; uomini liberi questi, che qua decisero di insediarsi contro ogni evidenza su quelle alture, patria fino ad allora solo di boschi ed animali feroci.

Uomini e donne i lessici, che hanno saputo nei secoli strappare dei fazzoletti di terra alla natura più selvaggia e dar vita a contrade abitate, generazione dopo generazione, fino a plasmarle rendendole vere e proprie micro-Nazioni.

A segnarne l’inizio nessuna dogana, ma un capitello, una croce, un riparo sotto cui sostare. Composte da case dalle piccole finestre che portano sulle facciate i segni di una devozione mai realmente sopita.

E i pascoli lassù in alto, dove gli alberi cedono il passo ai verdi prati dove si possono udire ancora oggi gli echi di quanti hanno sacrificato un’intera vita su di essi. 

Come non udire i fischi dei pastori, nei cui “baiti” cercavano riparo. 

O i segreti del casaro tramandati da padre a figlio.

Impossibile non percepire la fatica che trasudano le “giassare” e le carbonaie, costruite con il sudore del lavoro e la gioia della vita.

O i silenzi dei contrabbandieri che sfidavano i finanzieri e il destino, nelle notti più buie e fredde aggrappati come camosci sugli strapiombi della Val d’Adige.

Lessinia, un territorio disseminato di pietre e “laste” che la trafiggono come fendenti conficcati nella terra, da uomini per segnare il passo, indicare un sentiero o il confine di ciò che consideravano casa.

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Lessinia è tutto questo e molto di più. Non amarla è veramente impossibile.

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